La rettosigmoidocolonscopia o più semplicemente colonscopia è la procedura endoscopica di scelta per lo studio del tratto digestivo inferiore che comprende il retto, il sigma, il colon nella sua interezza (ascendente, trasverso e discendente) la valvola ileo-cecale e l’ileo terminale. La colonscopia diagnostica, quindi, consente di ispezionare approfonditamente, mediante l’utilizzo di un endoscopio flessibile, le pareti dell’intestino, per rilevare eventuali, lesioni, occlusioni o masse tumorali. E’ consigliata ogni 5-6 anni, soprattutto dopo aver compiuto i 50 anni di età, in modo da poter prevenire qualsiasi patologia a carico del tratto intestinale. In caso di familiarità di 1° grado, però, il controllo endoscopico deve iniziare sempre al compimento dei 50 anni di età, oppure, se non compiuti ad un’età pari a 10 anni in meno rispetto all’età del genitore nel momento della diagnosi.
La colonscopia viene eseguita nelle seguenti fasi:
- il Paziente, una volta fatto accomodare nella sala endoscopica, si stende sul lettino sul fianco sinistro con le ginocchia flesse al petto
- Dopo opportuna preparazione della regione anale con sostanza gelatinosa per agevolare al meglio l’ingresso della sonda endoscopica, e per anestetizzare la zona anatomica, viene introdotta una sonda endoscopica flessibile di calibro inferiore al centimetro
- Attraverso precise e fini manovre da parte del Medico Specialista e mediante l’insufflazione di aria e di acqua per distendere le pareti intestinali, la sonda endoscopica viene fatta progredire fino al cieco e alla visualizzazione della valvola ileo-cecale
- Quindi si procede delicatamente a rimuovere la sonda endoscopica e alla progressiva aspirazione dell’aria e/o acqua precedentemente insufflata.
Qualora si ritenga necessario, nel corso dell’esame è possibile eseguire, in modo del tutto indolore, dei prelievi bioptici di tessuto per l’esame istologico. Tali frammenti di tessuti, una volta analizzati, serviranno per definire meglio condizioni infiammatorie e/o discernere tra una patologia benigna o maligna dell’intestino.
E’ possibile, inoltre, durante l’esecuzione dell’esame endoscopico asportare radicalmente, dove è necessario e possibile, formazioni polipoidi di diverse grandezze, da pochi millimetri a qualche centimetro. Il polipo è una piccola protuberanza che può svilupparsi e accrescersi sulla parete del colon od in altri tratti dell’intestino. Il riscontro occasionale di un polipo intestinale è molto frequente, in quanto, è una patologia molto comune negli adulti. Nella maggior parte dei casi i polipi sono formazioni totalmente benigne ed innocue, tuttavia, la maggior parte dei tumori colon-rettali, si sviluppa a partire da un polipo. La rimozione endoscopica, quindi, è un metodo molto efficace per prevenire il cancro.
L’esame dura, in genere, 10 – 15 minuti e durante l’esame è utile cercare di rilassare il più possibile la muscolatura addominale; questo facilita la progressione dello strumento e rende la procedura più breve.
La colonscopia nella maggior parte dei casi è un esame che, a seguito dell’insufflazione dell’aria, potrebbe risultare fastidioso. Tale fastidio, però, si risolve facilmente mediante la desufflazione del viscere o con alcuni movimenti dell’endoscopio. Solo in alcune condizioni cliniche potrebbe risultare doloroso (particolare conformazione del colon, presenza di aderenze addominali da pregressi interventi chirurgici, diverticolosi del colon con angolature di difficile superamento, processi infiammatori cronici intestinali di lunga durata). In questo caso il paziente può essere sottoposto a colonscopia in sedazione profonda (a questo punto dobbiamo decidere se mettere la descrizione della sedazione profonda subito sotto; oppure fare un capitoletto a parte e metterci qui e nella descrizione della gastroscopia solo il rimando).